[:it]Intervista ad Andrea Bertazzo, brand ambassador Ardbeg Whisky[:]

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di CORRADO LARONGA

Andrea Bertazzo, brand ambassador di Ardbeg, ci parla della distilleria più famosa del mondo, dei suoi prodotti già noti e di quelli che verranno, con un particolare focus su Ardbeg 5, un cinque anni dalle caratteristiche tutte da scoprire.

 

Andrea, tu sei brand ambassador di una delle distillerie più famose del mondo. Ci racconti un po’ della sua storia?

Ardbeg in un certo senso è la storia dei torbati. È una distilleria famosa in tutto il mondo e gli appassionati di questo tipo di whisky ne sono innamorati. Naturalmente è scozzese, con sede sull’isola di Islay, e ha avuto una storia piuttosto travagliata che comincia nel 1815, anno della sua fondazione. Nei secoli a venire, i frequenti cambi di proprietà l’hanno logorata al punto che nel 1981 addirittura la produzione si fermò per otto anni, lasciando così gli amanti dei whisky torbati senza il loro prodotto di punta. Quello che successe dopo ha dell’incredibile perché furono gli operai delle distillerie concorrenti a tenerla in piedi, una cosa probabilmente mai vista e che dà ancora una volta la dimensione dell’importanza di questo marchio ormai iconico. Fino al 1996 la produzione fu altalenante, poi la distilleria passò nelle mani di Glenmorangie che a sua volta, nel 1998, venne acquista da Moët Hennessy. Fu a quel punto che Ardbeg venne finalmente rilanciata nell’Olimpo che meritava.

Di quali prodotti si compone la collezione Ardbeg?

Uno dei più famosi è sicuramente il 10 anni, poi ci sono altre referenze che partono dai 10 anni ma vengono miscelate con altre annate e quindi non hanno data certa. Anche questo fa parte del fascino di Ardbeg.  Come etichette abbiamo Ardbeg An Oa, una delle referenze storiche che l’anno scorso ha acquisito ancora più importanza affiancando il 10 anni come brand flagship. Poi abbiamo Ardbeg Corryvreckan, più corposo e dal volume alcolico più elevato. La chicca è poi Ardbeg Uigeadail, che deve il suo nome deriva al lago omonimo nei pressi della distilleria. Infine c’è la novità assoluta, per la quale quest’anno era stato previsto un lancio in grande stile, che è Ardbeg 5. Si tratta di un prodotto fresco e giovane, che per i whisky torbati significa soprattutto presentare un sapore di torba molto intenso, caratteristica che va perdendosi sempre di più con l’invecchiamento.

Parlaci di Ardbeg 5

È un whisky straordinario. Speziato, pungente e al tempo stesso morbido a causa dei cambi di botte, piuttosto alcolico e particolarmente torbato. È piacevole da bere sia liscio che in miscelazione, specialmente nei cocktail classici. È stato soprannominato “Wee Beastie”, “Bestiolina Indomita”, perché è un whisky ricco di sentori che esplodono letteralmente sul palato. La presentazione poi è bellissima, con questi sfondi che riprendono gli stilemi delle locandine dei B movie, il cui carattere si sposa perfettamente con l’animo indomito di Ardbeg 5. Con questo tipo di whisky succede una cosa insolita, e cioè che chi volesse avvicinarsi ai prodotti Ardbeg dovrebbe fare l’esatto contrario di quello che farebbe con altri whisky: dovrebbe cioè cominciare dal 10 anni per passare poi al 5, sempre per il discorso sulla persistenza della torbatura cui accennavo nella domanda precedente.

Cosa fa un ambassador Ardbeg?

La cosa “divertente” è che io sono diventato ambassador Ardbeg pochi giorni prima che venisse proclamato il lockdown. Ardbeg 5 avrebbe dovuto essere presentato a marzo, momento nel quale avremmo anche dovuto dare un’anticipazione sulle limited edition del 2020, ma naturalmente non si è potuto. Prima o poi si potrà fare e la festa sarà grandissima, nel frattempo dobbiamo accontentarci di degustazioni online. In ogni caso, io come ambassador mi considero un po’ il cantastorie dell’isola di Islay e della distilleria Ardbeg, devo raccontarne i prodotti, farli degustare, trovare modi sempre nuovi per proporli, per esempio in food pairing. I brand ambassador di brown spirits in genere sono i più romantici, perché la degustazione di questi prodotti si immagina sempre in poltrona, davanti al camino, in una bella casa o in un hotel/ristorante di lusso.

Hai parlato di food pairing. Si può fare anche con il whisky?

Sì, anche se le possibilità non sono proprio infinite. Io nasco come bartender, quindi mi sono dedicato all’invenzione di drink principalmente con Ardbeg 5 e 10, perché gli altri sono troppo forti per essere usati in miscelazione. Nel frattempo ho quindi indagato le possibilità di food pairing che, a differenza di quello che si potrebbe pensare, si concentrano sulle specialità di mare. Con i suoi sentori marini e affumicati, Ardbeg per esempio è perfetto per accompagnare un’ostrica, mentre Ardbeg An Oa, con la sua torbatura leggera che si espande con simpatia, si abbina magnificamente alle capesante marinate con apple juice, o vinaigrette inglesi.

Proveremo! Nel frattempo ci racconti le novità di Ardbeg per il futuro?

Sicuramente recuperare l’Ardbeg Day che non si è potuto fare quest’anno. Si tratta di una grande festa che si tiene in location diverse in giro per il mondo e alla quale vengono invitati i più grandi clienti ed estimatori del marchio, i brand ambassador da tutto il mondo e chiunque riesca a iscriversi in tempo. L’ultima volta c’erano 4000 persone, non sai che dispiacere non aver potuto partecipare quest’anno che sarei stato invitato! Per quanto riguarda i nuovi prodotti posso dirti che presenteremo due etichette: una sarà un Ardbeg dall’invecchiamento importante, ma non posso ancora svelarti quanto, mentre il secondo in realtà è stato già lanciato “virtualmente” in occasione dell’Ardbeg Day di maggio e si chiama The Blaaack. E poi, ovviamente, ci sarà la presentazione ufficiale di Ardbeg 5 che non è stato possibile fare quest’anno, anche se il prodotto è stato messo in vendita e in Italia le scorte per il 2020 sono già andate tutte esaurite!

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