[:it]La Diageo Reserve World Class, la gara di bartending internazionale istituita da Diageo, ha visto trionfare quest’anno l’italiano Orlando Marzo, in forza al Lûmé di Melbourne. L’evento, oltre a incoronare il best bartender secondo Diageo, è da sempre un importante momento di riflessione sulle tendenze future della mixology mondiale, molte delle quali vengono per la prima volta alla luce proprio durante la competizione.
Come berremo nel 2019? Quali saranno i drink più ordinati e quali i trend più in voga per il prossimo anno?
Alcuni di questi ve li avevamo già anticipati sull’ultima edizione di MT Magazine, che tra Torino, Milano, Bologna, Firenze e Roma costituiva un ottimo osservatorio non solo sulla contemporaneità ma anche sul futuro della cocktaillerie italiana, che non a caso confermerà, secondo Diageo, una tendenza Low Alcool per il 2019. La maggior parte dei nostri bartender del resto si era già espressa in merito, confermando la sempre crescente attenzione del pubblico ai temi della salute e, conseguentemente, del basso consumo alcolico, che consente tra le altre cose anche un approccio più diretto alle sfumature che ogni cocktail esprime nel suo incontro di sapori. Dosi eccessive di alcool, oltre a risultare pericolose, impediscono di comprendere appieno la filosofia che sta alla base degli abbinamenti di cui ogni drink e la risultante, rischiando di coprire gusti e profumi appiattendo il miscelato finale. Per un pubblico sempre più colto e attento alla qualità e alla storia di ciò che beve, questo rischio è diventato, per lo meno nel corso del 2018, qualcosa di intollerabile, con buona pace di chi negli anni ’90 inventava cocktail a base di tre o più distillati che avevano il solo scopo di stordire chi li ordinava.
La seconda tendenza, anch’essa in parte anticipata da MT Magazine durante il Mix Contest Italy Tour, la gara itinerante tra bartender che corre lungo tutta la Penisola, è stata denominata #MyCocktail e altro non è che la sempre crescente influenza dei consumatori “famosi”, che attraverso i social esaltano l’aspetto più estetico del drink, la cui cura è ormai paragonabile a quella che i grandi chef mettono nelle preparazioni gastronomiche. Non a caso, uno dei criteri con i quali i bartender vengono giudicati al Mix Contest Italy Tour è proprio quello dell’estetica del cocktail, che per quanto rimanga sempre subordinata al gusto, alla qualità della materia prima e alla sua lavorazione, è ormai un elemento di indiscutibile rilevanza nella creazione di qualsiasi drink.
Infine, l’ultima linea che secondo Diageo caratterizzerà la mixology 2019 sarà quella della sostenibilità, con la progressiva scomparsa di tutti quegli elementi complementari ai cocktail ma dannosi per l’ambiente, prime su tutte le cannucce di plastica o i tovaglioli di carta. Anche in questo caso, molti dei cocktail bar presenti su MT Magazine si erano espressi favorevolmente confermando di voler eliminare nell’arco di pochi mesi (o di aver già eliminato) tutti quegli accessori o quelle preparazioni che andassero contro i criteri di ecosostenibilità ambientale, sfiorando addirittura in certi casi il concetto di “riutilizzo” di materie prime in genere scartate, attraverso lavorazioni spesso accomunabili a quelle di cucina che permettono nuovi approcci a gusti, profumi e consistenze inedite all’interno di un drink.
Se dovessimo quindi definire la mixology del 2019 in una sola parola, quella sarebbe “consapevolezza”, di qualità, salute, ecosostenibilità e bellezza. Un mix perfetto che darà origine a un anno sicuramente pieno di sorprese o conferme grazie anche a Diageo e a tutti coloro che, oltre a portare a livelli d’eccellenza la qualità della materia prima si occupano anche di studiare e istituzionalizzare un’arte antica che sta piano piano riprendendosi lo spazio che merita a vari livelli.[:]