[:it]
Un gruppo che in soli nove anni ha rivoluzionato la scena della miscelazione singaporeana e mondiale. È il Jigger & Pony, proprietario dell’omonimo locale, 9° migliore al mondo secondo la World’s 50 Best Bars, del Gibson, 25° in quella asiatica, e di tre altre realtà – un cocktail bar, un ristorante di pesce e un ristorante-bar dall’accento italiano – che abbiamo approfondito con la marketing manager Janette Yo.
Quando e da chi è stato fondato il gruppo Jigger & Pony?
Jigger & Pony Group è stato fondato nel maggio 2012 dalla coppia Gan Guoyi e Indra Kantono con l’obiettivo di riportare i cocktails classici a Singapore.
Qual è stato il primo locale e quali le aperture successive in ordine di tempo?
Attualmente abbiamo 5 sedi sotto il gruppo Jigger & Pony, tutte situate a Singapore. La prima è proprio il Jigger & Pony, il cui nome deriva dal dispositivo di misurazione a doppio cono utilizzato dai baristi per versare accuratamente gli spirits e rende omaggio al XIX secolo, quando le ricette dei cocktails erano elencate in “jiggers” e “pony”. Nell’agosto 2015 ha preso forma Humpback, un ristorante di pesce in cui si esaltano ostriche e frutti di mare e in cui serviamo drinks classici e contemporanei. Nel settembre dello stesso anno abbiamo aperto Flagship, un cocktail bar che rendeva omaggio all’Old Fashioned, ora rinnovato nell’attuale Live Twice, nell’ottobre il quarto locale, Gibson, e nel marzo 2018 Caffe Fernet, un ristorante-bar da 130 coperti aperto tutto il giorno, dall’accento italiano e dall’atmosfera informale.
Quanto è multietnico il team e quanto è difficile lavorare con persone di culture diverse per raggiungere un obiettivo comune? Chi è responsabile della guida del gruppo?
La diversità del team è uno dei maggiori punti di forza del gruppo Jigger & Pony, dove abbiamo 11 nazionalità diverse. Abbiamo background differenti, ma lavoriamo tutti per lo stesso obiettivo di offrire un’ospitalità conviviale. L’eterogeneità ci consente di accogliere al meglio gli ospiti provenienti da tutto il mondo e di affrontare i problemi sempre con la persona più indicata a risolverli, grazie anche alla supervisione del nostro direttore del programma bar Aki Eguchi.
Iniziamo con Jigger & Pony. Qual è l’idea di partenza e come si è evoluta nel corso degli anni?
I nostri co-fondatori volevano che Jigger & Pony fosse un locale in cui le persone potessero soddisfare il proprio desiderio di bere bene in un ambiente decisamente informale. Aprire Jigger & Pony è stato un passo definitivo nella scena dei cocktail bar di Singapore e, in questi nove anni, la città è diventata un punto di riferimento e il locale continua a definire la moderna cultura dei cocktails, incentrata su ospitalità conviviale e innovazione.
Quanto vi rendono soddisfatti i riconoscimenti mondiali ottenuti? È cambiato qualcosa da allora?
Dal suo lancio, Jigger & Pony è stato ampiamente riconosciuto come uno dei pionieri nell’industria dei cocktail di Singapore. Siamo orgogliosi di essere entrati fra i primi 50 migliori bar asiatici e successivamente fra i primi dieci al mondo. Questa vittoria rappresenta per noi un onore e una responsabilità, per rappresentare il nostro team, la città e il settore in questo periodo di crisi. La popolarità ci ha dato l’opportunità di interagire con ospiti nuovi nel settore, ma non ci ha imposto – né ci siamo sentiti obbligati a farlo – a snaturarci.
La seconda punta di diamante è Gibson. Che miscelazione proponete qui? Qual è un cocktail iconico?
Gibson prende il nome dal classico cocktail Gibson ed è un intimo cocktail bar con un menu incentrato su sapori asiatici e ingredienti di qualità. Il team di Gibson esplora ingredienti asiatici scoperti nell’infanzia o durante i viaggi effettuati nel continente. In menu vi sono 17 cocktails suddivisi in tre sezioni principali: classici, sud-est asiatici e di ispirazione giapponese. Fra i primi, il cocktail più identitario è il Gibson, con Roku Gin e un vermouth appositamente realizzato a base di ginjo-sake. Viene servito con foglie di wasabi sottaceto, cipolle sottaceto e uova di quaglia affumicate. Ogni boccone dona un diverso strato di sapore per completare il cocktail.
Live Twice è il terzo cocktail bar del gruppo. Quali sono i suoi punti di forza?
Live Twice è un cocktail bar che prende ispirazione dall’era moderna della metà del secolo in Giappone. È rivolto agli amanti dei cocktails, che conducono vite frenetiche e di successo di giorno e che la sera hanno il desiderio di svagarsi. Il bar vuole essere l’avanguardia in una nuova scuola di bartending, sposando il meglio degli stili giapponesi e singaporeani. È caratterizzato da una miscela unica di savoir-faire giapponese e convivialità, per produrre un’esperienza che esce dal regno dei concetti tradizionali del bar. I menu invitano a vivere due volte, come recitano le sezioni “Una vita per te stesso” e “E una per i tuoi sogni”. Abbiamo 14 cocktails, per lo più signature come lo Yukiguni con km12 Gin, cointreau, lime e il First Light con vodka, distillato di fiori di caffè, caffè filtro, succo di prugna e cascara (un infuso di bucce di caffè), più tre analcolici due dei quali realizzati con il ‘distillato’ Seelip 42. Tra i numerosi signature, nella carta trovano spazio anche tre classici: il Vesper, l’Alexander, nella variante con l’aggiunta di pere Williams, e il Mizuwari, un tradizionale modo di bere giapponese, più che un cocktail in sé, che consiste nel diluire una parte di distillato con due parti di acqua fredda e del ghiaccio. Noi abbiamo dato questo nome a un cocktail con Nikka Coffee Grain Whisky, Nikka Coffee Malt Whisky e acqua dolce di Hokkaido.
Completano il gruppo il ristorante italo-americano Caffe Fernet e il ristorante di ostriche Humpback. Perché la scelta di investire in questo settore? Anche qui servite cocktails in abbinamento ai piatti?
A Singapore cibo e bevande vanno di pari passo e uno dei nostri obiettivi era proprio quello di operare anche nel settore della ristorazione. Da Caffe Fernet offriamo un menu di proposte per l’aperitivo, che si suddividono in granite – Garibaldi e al melone – Spritz – Siciliano, Sloe Gin, Aperol e Marina – aperitivo – Americano, Bicicletta, Campari shakerato e Vermuttino – e Negroni – classico, secco, elegante o vecchio. All’Humpback, invece, vi è un menu composto da vini, champagne, spumanti e cocktails, che accentuano l’esperienza culinaria delle ostriche e dei frutti di mare e delle creazioni dal sapore rinfrescante. Un esempio? Il Lobster Bloody Mary con Vodka, succo di pomodoro e aragosta, coda di aragosta.
L’ultima idea lanciata dal gruppo è stata Pony, una nuova linea di cocktail premium pronti da bere. Questa modalità di consumo è già in voga a Singapore o è una tendenza che intendete tracciare? Quali cocktails avete già ideato e quali avete intenzione di lanciare?
PONY è un nuovo marchio di cocktails premium – ordinabili nei formati 200 e 500 ml – che porta il bar a casa. I cocktails vengono realizzati dai nostri baristi di Jigger & Pony e l’idea del progetto è nata durante il Community Circuit Breaker, che da metà marzo a metà giugno ha imposto la chiusura delle attività ristorative di Singapore per via del Covid-19. In questo frangente abbiamo lanciato quest’idea, riscontrando un ottimo successo da parte della città. In attesa di novità, abbiamo una gamma di sei cocktails suddivisi in due sezioni: Classic, con i classici senza tempo quali Negroni, Old Fashioned e Martini, e Signature, con cocktails da noi ideati, come il Chocolate Boulevardier con Suntory Chita Whisky, Cinzano Rosso, Campari, bitter al cioccolato, fave di cacao e essenza d’arancio, il Cassis & Rose con Suntory Chita Whisky, Merlet Creme de Cassis, Cinzano Extra Dry, Haku Vodka, acqua di rose e Bowmore 12 Scotch Whisky e il Sakura Martini con Roku Gin, vermouth a base di sake, essenza di foglie di sakura e crema di pesca.[:]